Calabria Coast to Coast 2016 #18

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Facciamo qualche chilometro per cambiare spiaggia…
Avevo sentito parlare di una spiaggia con la sabbia rossa. Ottima per la mia collezione.
Quindi eccoci arrivati a Le Cannella

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Sabbia Le Cannella

E dopo questa breve tappa, riprendiamo il viaggio nelle lande desolate dell’isola di caporizzuto..

Arrivederci Le Cannella

Calabria Coast to Coast 2016 #15

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Mattina
Nuovo giorno e pronti per nuove mete.
Prepariamo i panini e le scorte d’acqua ghiacciata…
Cappelli di paglia e occhiali da sole…
Pieno di benzina e via… sulla statale 106

Era da tempo che non ci facevamo un bel bagno in mare… prossima tappa la piccola frazione di Caminia mella spledida spiaggia di Pietragrande.

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Acqua limpida… mare fantastico. Ma si sa.. noi non ci accontentiamo di fare i soliti turisti e stavolta, ci fingeremo esperti di trekking…

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E via.. ancora sporchi d sabbia e bagnati dal mare, saltiamo in macchina per la prossima meta!

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Arrivederci Pietragrande!

 

 

 

Pensieri random #26

baguette parigina

Quanto mi manca la baguette traditionnelle parigina!

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Frammenti di Parigi #8

Muro je t'aime-2

Nell’incantevole quartiere di Montmartre, poco distante dall’uscita della metro di Abbesses, si trova il famoso “mur des je t’aime”. Ben integrato in un minuscolo parchetto e quasi invisibile agli occhi dei concittadini, pur essendo un’opera dalle straordinarie dimensioni.

L’ideatore della romantica installazione si chiama Frédéric Baron ed ha cominciato chiedendo ai suoi vicini di casa, stranieri, di scrivere ti amo nelle rispettive lingue, per realizzare un’opera che fosse una linea di congiunzione tra gli uomini, un muro che unisse invece di dividere.

Ho letto da qualche parte, che i frammenti rossi dovrebbero simboleggiare un cuore infranto… beh… un dettaglio che da ancor più magia alla storia…

Muro je t'aime

Diario #5

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Campovolo 2005

Foto ritrovata tra le mille cose… e sotto un pezzo di ciò che scrissi al tempo:

 

 

Reggio Emilia. 6:00 am
Il treno era quasi arrivato.
Il sole stava spuntando all’orizzonte, tenue ed indifeso, lasciando schiudere pian piano i miei occhi. Avevamo viaggiato tutta la notte per essere lì.
Gli altri miei compagni di viaggio dormivano ancora ma io ero troppo impaziente per poterlo fare.
Mi alzai cercando di non svegliare nessuno e mi avvicinai al finestrino.
Vidi una grande pianura che sembrava non finire mai.
e in lontananza…
finalmente..
Distante da me una manciata di chilometri…
Lui..
Il Campo Volo…
Il tanto atteso Campo volo!
Iniziai a gridare “Ragazzi! Il campo Volo!.. Il Campo Volo!.. sveglia!.. siamo arrivati!..”
Rimasi lì a guardarlo attonito..
Il palco doveva essere gigantesco..
Le luci erano accese quasi a dire… “Siamo qui… aspettiamo te”…
Era tutto spettacolare…
Il cuore iniziava a battermi..
i miei occhi non erano mai stati tanto vicini al a quel cantante fino ad allora..
trattenevo a stento le lacrime..
Finalmente il treno si fermò..

Frammenti di Parigi #4

Ciro Parigi 3214

 

In genere Parigi è sempre nuvolosa…
ma quando esce il sole è una cosa meravigliosa!

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Corsi e Ricorsi Storici (VII)

Passante Porta Venezia

(Foto personale)

Annalisa è un’insegnante di scuola media e svolge questa nobile professione in una scuola del milanese, insieme alla sua amica Lia. Non domandatemi come faccia una come lei a insegnare geografia o italiano a dei poveri studenti annoiati; so solo, (e ne sono certo) che quei preadolescenti passino il tempo a odiarla e amarla allo stesso modo. Del resto, anch’io l’avrei fatto.
Quell’anno, l’insegnante vintage/indy, s’era accaparrata le ferie per l’ambitissimo ponte dell’immacolata. Cosa che non era stato possibile per la sua collega.
Quindi, Lia, in quel momento, era bloccata a lavoro.
Guardavo Anna, mentre camminavamo nel sottopasso della stazione di Porta Venezia. Cercavo di capire a cosa pensasse quella mente incomprensibile. Di solito non ci voleva tanto. Si trattava di capire di cosa stessero discutendo gli unici due neuroni che aveva.
–  Anna… che facciamo? – le chiesi.
Anna si fermò. Si guardò intorno. Cacciò il telefono dalla borsa e compose un numero.
Iniziò a squillare. Me lo porse…
–  Tieni… sto chiamando la segreteria della scuola. Inventati qualcosa per far uscire Lia. –
–  Anna! Ma sei seria? Anna no! Cazz… Pronto è la scuola media *******? Salve. Avrei bisogno di parlare con la signorina Lia ****** è una emergenza. Grazie. –
“Attenda un attimo”
–  Anna ma sei pazza! – dissi sottovoce alla mia amica, gesticolando come un babbuino.
–  Shhh che ti sentono! – rispose
“Pronto chi è? Che è successo?”
Al telefono si sentì una voce femminile. Era Lia. Anna prese il telefono e lo portò al suo orecchio.
–  We, Lia. Ciao. Tranquilla non è successo niente! – rise.
–  Non ancora… forse un omicidio tra poco! – aggiunsi
–  Senti, ti ho preso il biglietto per scendere. Partiamo tra un’ora. –
“Tu cosa? Anna io sono a scuola!”
–  Su esci! Inventati qualcosa! Dai! Ti aspettiamo all’uscita del passante di Porta Venezia, tra un quarto d’ora! –
click
Annalisa ripose il telefono in borsa con estrema calma e mi guardò.
–  Secondo te ce la farà? – mi chiese dubbiosa.
Non risposi. Le presi una ciocca di capelli e iniziai a tirarla.

Poco dopo ci raggiunse Lia. La scuola non era lontana da dove ci trovavamo. La vidi arrivare tutta concitata. Affannata. Chissà cosa si era inventata per uscire. Non volevo saperlo. Non volevo altre grane quel giorno. Volevo tornarmene a casa e cercare di recuperare qualche ora di sonno in un comodo letto. Ero distrutto. Avevo un aspetto orribile. Annalisa aspettava di fianco a me. Guardavamo Lia raggiungerci. Notai però, qualcosa di strano nel volto di Lia. Qualcosa che mi diceva che quella giornata non sarebbe finita lì.

–       Ciao ragazzi! – ci salutò Lia.
–       Ciao tesoro! – rispose Annalisa con un bacio.
La salutai anch’io. Mi sentivo un tappo tra di loro nonostante il mio metro e ottanta. Entrambe erano alte e slanciate. Lia, dopo aver scambiato i soliti convenevoli con Annalisa, abbassò lo sguardo infilando la mano nella borsa.
–       Anna, sono uscita da scuola con una scusa orribile che nemmeno ti spiego! Ma… – disse Lia.
–       Ma?! – dissi in sincrono con Anna.
–       Beh… mi ero dimenticata che, nell’ora precedente, avevo sequestrato due cellulari ai miei alunni… e… non posso portarli con me! E non posso nemmeno tornare a scuola! Come facciamo? –
–       Neanche io posso tornare a scuola! Ho inventato una scusa peggiore della tua per uscire! – rispose Anna.
A quel punto, prevedendo già come sarebbe andata a finire la cosa, feci un paio di passi indietro, come chi cerca di fuggire da un animale pericoloso senza farsi sentire.
Le ragazze, dopo essersi guardate negli occhi per un paio di secondi, si ricordarono della mia presenza e si voltarono all’unisono verso di me.
Spaventato come se la mia finta fuga fosse stata scoperta, alzai le mani in segno di resa dicendo:
– No, Ragazze! Non ci pensate nemmeno! Io non ci vado in quella scuola! –

continua…

Galleria d’Arte ##34

Frammenti di vita #10

Italo Treno stazione-1241

In ritorno nella mia adorata Milano…
Anche quest’estate è finita…
Poteva andar meglio… o peggio.
Chi lo sa?
Sono ancora tutto intero però.
Gambe, ossa e fegato sono ancora al loro posto.
La mente no…
La mente muore quando non ho una storia da raccontare…
Ho voglia di scrivere…

Avrò tempo per farlo?

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