
E solo Dio sa quanto può far male..
Quando il cuore batte per conto suo. Quando se ne frega della vita e lascia stare i pensieri. Non posso far nulla per contrastarlo. Sono giorni difficili. Sono stanco e incapace di resistere. E’ una guerra già persa, quella con me stesso. Mi conosco troppo bene da saper di essere più forte.. anche quando dall’altra parte della barricata ci sono io.
E tutto è cambiato, non è più come prima..
La scenografia della mia terra è cambiata. La mia casa non sembra quasi più la stessa. Fatico anche a riconoscerla. E non perché sia ubriaco.
Eccola li… ma non mi fermo.
Voglio fare un altro giro. Un’altra folle corsa su questa strada.
E chi lo sa.. magari potrebbe essere l’ultima.
Tutti questi cambiamenti mi fanno pensare..
E se fossi cambiato anche io?
Se non ci fosse più quel Ciro di sempre che mi seguiva nelle imprese assurde.
Forse l’altra sera è stato solo un assaggio di pazzia, dettata da qualche regola ignota. Chissà a cosa pensavo mentre iniziavo quella corsa clandestina con Luca come mio avversario:
Gianni ed Enzo erano con me e si coprivano gli occhi mentre saltavo qualche semaforo o mi affiancavo a Luca in una strada a doppio senso.
Lo riconosco. Con il suo sguardo beffardo e la sua mentalità sconosciuta, Luca.. è più pazzo di me. Ma a me manca poco. Un solo soffio e diventerò peggio di lui. Basta solo che il mio cuore batta un altro colpo fuori posto e il gioco sarà completo. Il mio quadro ben disegnato verrà macchiato e reso irriconoscibile. Così potrò buttar via la mia fredda razionalità per dar posto alla calda follia.
-No Ciro no!- Urlò Gianni..
Stavo per imboccare uno svincolo contro mano. Volevo superare Luca il prima possibile. Per fortuna non veniva nessuno. Questa notte poteva essere l’ultima per un bel po’ di persone.
.. e lo superai.. ma la soddisfazione non era abbastanza.
La corsa continuò..
Mai mettere due cuori irrequieti al comando di due macchine. Si sa già che poi va a finire così.
Ed ora come ora.. non riesco più ad affrontare i miei sensi di colpa. Sono tutti li a guardarmi e ridere di me. Devo scrollarmeli di dosso il prima possibile. Non posso continuare a far finta di niente e a mentire alla gente con un triste sorriso. E’ dura a volte non poter raccontare. Non poter dire di essere così fragile sotto questa corazza strafottente.
Cosa vuoi.. O mio cuore?
Invoco la tua calma..
Voglio la mia sicurezza.
Non voglio patire..
È così facile mettere a posto la mente e la coscienza non pensando.
Ma con te non ci riesco.
Cos’è?.. Che cos’hai?
Sono domande a cui so che non mi darai risposte..
Trattengo il respiro..
I tuoi battiti si fanno più intensi. Li sento e contandoli cerco di capire come sia fatto questo piccolo organo malinconico.
Tum tum..
Tum tum..
Sembra aver smesso.. Respiro..
E seduto su questa comoda poltrona batto le mie ultime parole di questa notte.. prima di affondare i miei occhi nella calda e tranquilla Combray.. dove Proust si dilettava a descrivere il suo piccolo mondo…
Alla prossima.. Lo spero..

Mi piace:
Mi piace Caricamento...