Scesi dalla macchina e sentii l’inconfondibile rumore delle pietruzze del vialetto davanti casa.
– Graziano, aiutami con la valigia… –
Mio fratello sembrava contento di vedermi, anche se non mostrava nessun segno di gioia… ma già aver accompagnato papà per venirmi a prendere alla stazione di Napoli voleva dire molto. Era una dura impresa sopportare papà da soli in macchina. Con lui invece la sopportazione s’era dimezzata.
– Mamma! – urlai appena entrai in cucina.
Mamma non c’era. Poggiai il mio trolley nella mia ex camera. Sentii dei passi e poi comparve una quarantenne con i bigodini in testa e gli occhiali da vista sul naso.
– Mamma! –
– Figlioletto mio! – disse sarcastica. L’abbracciai.
– Hai fatto un buon viaggio? –
– Certo! Un ottimo viaggio! –
Mio padre andò a sedersi in cucina. Entrai per mettere il cellulare sotto carica.
– Senti qua, giovanotto, anche quando non ci sei fai qualche danno! –
Guardai il soffitto leggermente terrorizzato.
– Che sarà mai! –
– M’è arrivata una carta dell’autostrada… dice che sei passato sotto un casello senza pagare… –
– Mha… non so come sia successo! – Ovviamente lo sapevo, ma era inutile star lì a raccontare favole o assurde verità.
Tornai in camera mia. Finalmente anche Davide si fece vedere. I suoi capelli crescevano sempre di più e lui non accennava a tagliarli.
– Ciao Davidù! –
– Ciao scemo. –
Mamma ci vide mentre ci salutavamo.
– Ciro, chiedigli scusa… – disse e se ne andò.
Sapevo a cosa si riferisse. tutti gli anni: per un motivo o per un altro mi dimenticavo sempre del compleanno di mio fratello.
– Scusami Davide! Lo sai che non lo faccio apposta! –
– Sese… però quello di Graziano te lo ricordi! –
Presi il mio giubbotto di pelle e tornai nel vialetto. Con le chiavi cercavo di aprire la Fiat Idea di mia madre, ma ero troppo lontano. Papà mi vide e mi chiese dove andassi.
– Da Antonio papà… devo tagliarmi i capelli… –
Misi le mani sul volante. Girai la chiave e il motore si accese. Quando non guidi da tanto ti senti onnipotente. Hai quella sensazione elettrizzante che ti porta la velocità di un mezzo che si muove più veloce delle tue gambe e, soprattutto, che comandi tu!
Colpo di retromarcia ed ero già in strada. Mariella mi fece uno squillo. La richiamai mentre con l’altra mano reggevo il volante.
– Ciao Mariè! –
– Ciao scemo… –
– Come va? –
– Male… ho la febbre… mi sa che non possiamo vederci… –
Non vedevo quella ragazza da almeno sei mesi, ma ci sentivamo spesso.
Mentre la consolavo mi venne un’idea. Accelerai per fare in fretta. Feci una curva a pelo del muro della Griglia. Superai un paio di macchine e…
– Affacciati Mariè… così ti saluto… –
– Ma come affacciati?! Ho la febbre! Sono in pigiama… ho… –
– Affacciati!! –
Ero sotto casa sua. Si affacciò alla finestra e la intravidi. Aveva un pantalone bianco e una maglietta rossa. Mostrarsi così era una dura prova per lei… una ragazza che non esce se non ha i capelli in ordine o le giuste scarpe. Mi salutò agitando la mano mentre le parlavo al telefono.
– Ciao scema! –
– Ciao scemo… –
– Ora scappo! Stammi bene! –
Click
Le delicate mani di Antonio inforcavano forbici e pettine. Era molto bravo nel suo mestiere. Così bravo che poteva farlo ad occhi chiusi. E infatti ogni tanto, staccava gli occhi dalla mia testa per osservare chi passava in strada dalla sua porta a vetri.
Mi guardavo allo specchio. Stavo cambiando volto. Era da 3 mesi che non tagliavo i capelli e la mia cresta era cresciuta un po’ troppo, lasciando svanire la mia aria da serio studentello.
Franco, il secondo barbiere, si avvicinò.
– Ma l’hai saputo di quel vecchio investito? –
– No! Quando è successo? –
– Verso le tre di oggi… c’era un casino di gente! Tutti fermi a guardare… –
– Sta gente proprio non riesce a farsi i cazzi suoi! E chi è stato? –
– Non si sa! Uno della zona però… si dice che correva… –
– Corrono sempre con ‘ste macchine! –
Sorridevo, guardando la scena dallo specchio. Pensavo che se ci fosse stato un sito Ansa del nostro paese sarebbe di certo stato meno aggiornato del mio barbiere. Quando vado da lui involontariamente mi faccio una cultura su gossip locali, morti, news bizzarre e, se per caso mi capita di andare nel fine settimana, non posso sfuggire all’immancabile resoconto delle partite di calcio.
La Gazzetta dello Sport, buttata sui divanetti blu, non manca mai.
– Ciro, quando sei sceso a Milano? –
– Un’oretta fa sono arrivato alla stazione di Napoli… poi papà m’è venuto a prendere… e sono corso subito a tagliarmi i capelli perché in settimana non ci sono… –
– Ah davvero? Dove le passi le vacanze? –
– I miei genitori festeggiano 25 anni di matrimonio, e hanno organizzato una vacanza sul lago di Garda… –
– Ah bene bene, e che giorno è l’anniversario? –
– Il 20… –
Antonio smise di tagliare i capelli sorpreso dalla mia affermazione.
– Il 20? –
– Sì il 20, mercoledì… –
– Io e mia moglie festeggiamo 20 anni il 20… –
Antonio sorrise e chiamò suo figlio. Il ragazzetto sbucò da chissà dove.
– Vai a prendere una lacca per capelli e mettila in quella busta… – poi si rivolse a me:
– Questa la dai a tua mamma e le fai gli auguri da parte mia. Poi se riesco la chiamo… –
– Grazie Antò, sempre gentilissimo! –
Antonio mi tolse la copertina che copriva i vestiti e mi spazzolò con la spazzola al talco. Mi osservai soddisfatto allo specchio, mentre anche lui mi osservava e annuiva col capo. Gli feci un sorriso per rassicurarlo della riuscita del lavoro.
Presi il giubbotto dallo stanzino e pagai Antonio.
– Ciao Antonio, grazie! –
– Saluti a casa! –
Mi diressi a passo svelto verso la macchina. Non serviva nemmeno che la cercassi. Era l’unica parcheggiata trasversalmente sulle strisce: proprio non ho pazienza con i parcheggi. Salii in macchina e partii.
Presi il cellulare e cercai Enzo nella rubrica, mentre con un occhio controllavo il traffico davanti a me.
– Pronto, Enzo! Allora che si fa stasera? –
– Ciruuu, ci manchi solo tu! Io ho dato già un paio di botte al Pampero… –
– E no, Enzo! Non si fa! È maleducazione non aspettare gli amici! –
– Scusa scusa! Allora a che ora vieni? –
– Ceno con i miei e poi parto… ci vediamo da te verso le 22 –
– Ok, dai che stasera ci divertiamo! Ah a proposito! Sulla strada che devi fare, ricordati che… –