Il mercato dei future, delle valute, dei derivati, delle commodities e di che cazzo altro ne so, è un mercato che non dorme mai. Non ha orari da ufficio come la Borsa Italiana che apre alle 9:30 e chiude alle 17:30. No… Orario continuato, 24 ore su 24, 5 giorni su 7. Si parte la Domenica sera e si finisce il Venerdì sera. Un mercato con le palle in pratica. Per permettere tutto ciò, le contrattazioni avvengono nelle principali borse mondiali, quindi, con i relativi orari di apertura e chiusura. Ossia: quando chiude Londra, apre New York, alla chiusura di New York, scatta Tokyo. E grazie a quella bella invenzione del fuso orario, si copre l’intero arco giornaliero… e notturno…
Buio. Nella mia stanza dominava il buio più assoluto. Non si poteva dire lo stesso del silenzio. Era rotto dal flebile rumore delle ventole di raffreddamento del mio pc. Nonostante ciò, ero riuscito a prendere sonno nel mio letto tra i miei quattro cuscini. Come ogni notte ne abbracciavo uno. Quella notte, il triste supplizio era toccato al cuscino blu. Di solito era sempre il rosso che mi capitava tra le braccia. Ma al contrario delle donne, per i cuscini, uno vale l’altro.
Sognavo.
Sognavo di una canzone mai ascoltata… che parlava di un posto mai visto… in cui c’era una persona che non conoscevo. Camminavo… esploravo… Sentivo questo suono melodioso che mi accompagnava. Ero sereno… e quella persona sembrava molto simpatica… era una donna… aveva i capelli neri e gli occhi limpidi… un bel sorriso… una parlantina intrigante e…
Biiiip Biiiiiip Biiiip
Il mio computer iniziò a cinguettare il suo terribile suono. Aprii gli occhi all’istante e subito capii che era successo qualcosa in borsa. Tolsi le coperte e nel buio cercai le pantofole. Niente… Le mie dita, al contatto col freddo pavimento, si rannicchiarono come gattini appena nati. Mi sedetti alla poltroncina e tirai su le gambe. Accesi lo schermo e impugnai il mouse. Guardai l’orologio: 3:32 Tokyo era al lavoro. Controllai il grafico di ogni titolo del mio portafoglio alla ricerca del colpevole che mi aveva svegliato. L’oro era stabile, il petrolio pure. Normale. Difficilmente i giapponesi speculavano su queste cose. La loro fame era sempre diretta verso il biglietto verde. Il Dollaro. I Giapponesi ne sono ghiotti, ugualmente i Cinesi. E infatti il dollaro contro Yen era salito causandomi una lieve perdita. In compenso le altre cose andavano discretamente bene.
Biiiip Biiiiiip Biiiip
Scattò un altro allarme. “Addio sogno” pensai. “Stanotte sarà una lunga notte”.
Andai in cucina e presi la teiera. La riempii fino all’orlo e c’inzuppai due bustine di Tè. La misi sul fuoco sperando di non dimenticarmela. Mi sedetti su una sedia e appoggiai la testa sul tavolo.
Gli occhi si chiusero… e bussai alla porta di Morfeo pregandolo di aprirmi.
Brutta mossa. Dopo una decina di minuti il Tè iniziò a bollire sbrodolando sui fornelli.
– Cazzo! – dissi alzando la testa di scatto.
Zucchero e tazza preferita. Il mio Tè era così nero che sembrava Coca Cola. Tornai in stanza e lo appoggiai al lato lasciandolo raffreddare. Mi rimisi al lavoro sui miei grafici. Cercavo di capire l’intensione dei giapponesi quella notte. Dove si stava spostando il mercato? Che cosa lo muoveva? Qual era la Star di oggi?
Perché, dovete sapere, c’è sempre il titolo che traina tutti gli altri. Il protagonista della giornata. E se sale (o scende) lui, tutto ciò che è correlato, farà di conseguenza. In quel momento lo Yen muoveva i mercati. Lo Yen sostanzialmente è una valuta di merda. Manco agli stessi giapponesi piace. È per questo che accumulano nelle loro riserve un’ingente quantità di valuta straniera. Come può essere il Dollaro Americano, il Dollaro Australiano o il Dollaro NeoZelandese che andava molto di moda in quel momento. Diedi una lunga sorsata alla mia tazza bianca. Ingoiai come un dromedario in un oasi, sperando che la teina facesse il suo dovere. Chiusi un paio di posizioni. Alcune in perdita altre in guadagno. Il saldo però, restava positivo e quello era l’importante. Un’altra sorsata. Il Tè si stava raffreddando velocemente. Analizzai il grafico dell’euro. Notai che si stava formando quello che, molto semplicisticamente, veniva definito un triangolo. Lo disegnai con le linee. Ora… tutto dipendeva da ciò che avrebbe fatto l’euro. Ovvero, l’uscita che avrebbe preso dal mio teoretico triangolo. Non c’era altro che aspettare. Bevvi un altro po’ di Tè… ma sembrava non funzionare. Ne bevvi ancora… e ancora… e ancora. Fino a finirlo del tutto. Andai in cucina e ne preparai dell’altro assicurandomi, questa volta, di non fare “arrabbiare” la teiera. Tornai in stanza. La luce del monitor era l’unica che risplendeva. I miei occhi socchiusi, stanchi e abbagliati, faticavano a reggere lo sguardo. Ebbi un idea. Aprii una nuova pagina nella mia piattaforma e la chiamai “notte”. Aprii tutti i grafici che mi servivano e cambiai tutti i colori impostando lo sfondo nero. Ora, tutte quelle finestre dai toni scuri, creavano meno luce. I miei occhi mi ringraziarono. Bevvi il Tè. La teina stava facendo effetto. La mente si stava svegliando ed era più concentrata. Aspettavo solo che il mio “cavallo” iniziasse a correre per vedere quale direzione avrebbe imboccato.
Aspettavo…
Bevevo…
Aspettavo…
Bevevo…
Aspett…