Calabria Coast to Coast 2016 #17

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Il sole sta diventando rovente… il calore aumenta man mano che scendiamo dalla montagna al mare…
La macchina è al massimo… l’aria condizionata cerca di fare il suo dovere…
Facciamo i conti con la Calabria rovente dell’estate 2016… e la prossima meta non è delle più fresche.
Percorriamo la statale in direzione dell’isola di Caporizzuto

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Prima tappa del lungo giro è la famosa fortezza aragonese di Le Castella

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Appena vedo questo castello… mi accorgo di aver perso il conto delle fortezze Aragonesi che ho visitato in Calabria..

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Il mare è semplicemente qualcosa di divino. Vi è una piccola spiaggia che viene protetta dalle onde, dalle scogliere…

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A malincuore… prendiamo le nostre cose e ripartiamo per la prossima tappa!

Arrivederci Le Castella!

ps. i commenti sulla mia maglietta “Malibu sunny beach” verranno censurati!

Calabria Coast to Coast 2016 #15

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Mattina
Nuovo giorno e pronti per nuove mete.
Prepariamo i panini e le scorte d’acqua ghiacciata…
Cappelli di paglia e occhiali da sole…
Pieno di benzina e via… sulla statale 106

Era da tempo che non ci facevamo un bel bagno in mare… prossima tappa la piccola frazione di Caminia mella spledida spiaggia di Pietragrande.

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Acqua limpida… mare fantastico. Ma si sa.. noi non ci accontentiamo di fare i soliti turisti e stavolta, ci fingeremo esperti di trekking…

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E via.. ancora sporchi d sabbia e bagnati dal mare, saltiamo in macchina per la prossima meta!

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Arrivederci Pietragrande!

 

 

 

Calabria Coast to Coast 2016 #13

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La prossima tappa ci porterà sulle montagne… diretti a visitare la famosa Stilo!
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Guidati dal vento.. ci siamo intrufolati con la macchina nei piccoli vialetti del paese. Mi decido a parcheggiarla per evitare di restare incastrato tra due case, e proseguiamo a piedi..

La piccola chiesetta è fantastica.
Da lì si gode di un’ottima vista su tutta la vallata…

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Saltiamo di nuovo in macchina.. e cercando di non fare incidenti torniamo sulla statale 106 per la prossima tappa!

Arrivederci Stilo!

Frammenti di vita #15

Lancia delta-2

– mmm… 120 cavalli… qualcuno dovrà pur scoprire se funzionano tutti! –

A Neverending Summer (V)

Fine

© La Pallina Rossa

A Neverending Summer (IV)

A Neverending Summer 3

–       Acqua! –
–       Acqua! Gianni… Acqua! –

Aprii gli occhi. Ero nella mia macchina. Avevo la gola così secca da sembrare una terra arida. Il sedile passeggero era completamente steso. Mi toccai le gambe. Avevo i calzoni fradici. Sete! Ho una fottuta sete! Guardai alla mia sinistra. Gianni dormiva ancora. Tutto era sfocato. Gli occhi mi bruciavano come se avessi fatto un bagno lungo tutta la notte. Vari flash mi riportarono alla mente qualcosa della nottata precedente. La musica… le ragazze… la schiuma. Quella maledettissima schiuma mi ha ridotto così! Mi strofinai gli occhi più volte per vederci meglio. Mi sentii disorientato. La forte luce del sole mi abbagliò. Vidi il mare vicino, troppo vicino. Un molo, delle barche ormeggiate, gli scogli… Dove cavolo siamo?! La domanda successiva che mi feci fu chiedermi il come fossimo arrivati fin lì. Con una mano strattonai una spalla di Gianni.

–       We… –
–       Oh… –
–       Sei vivo? –
–       No… –
–       Ed Io? –
–       Nemmeno tu! Siamo morti insieme ieri sera! –
–       Ah… allora il paradiso assomiglia a un porto… chi l’avrebbe mai detto! –

Gianni tornò a dormire.
Preso dalla curiosità, aprii la portiera e scesi dalla macchina. Le gambe, per fortuna mi reggevano ancora. Mi guardai i piedi. Sono sicuro che ieri avessi delle scarpe…
Riguardai in macchina ed erano lì, sul tappetino. Le indossai.
L’aria fresca della mattina mi gonfiava i polmoni. Guardai il mare. La testa girava ancora ma riuscivo a camminare diritto… forse. Presi a camminare lungo il bordo del molo. Mi fermavo ogni tanto per non perdere l’equilibrio e finire sugli scogli sotto di me. Purtroppo la ghiandola del pericolo doveva essere ancora in macchina da qualche parte insieme al mio calzino destro.
Mi sedetti su una piccola sporgenza del molo. Chiusi gli occhi e mi arresi alla luce del sole che, con il suo caldo tepore, mi riscaldava il volto. Incrociai le gambe. Pensai…

Pensai alla libertà…
A quanto fosse cambiata la mia vita in soli 10 anni…
10 anni fa una cosa del genere sarebbe stata impensabile. Avrei avuto gli elicotteri della polizia sopra di me che mi cercavano, mandati dai miei ansiosissimi genitori.
Pensai ai ricordi… agli amici… ormai tutti maturi e oltre l’età per le avventure.
Tranne Gianni, quel poveretto che dormiva nel lato guidatore della mia Fiesta.
Chissà cosa l’ha spinto a seguirmi in quella che doveva restare solo una folle idea detta senza darci troppo peso.
Pensai…
Tra 10 anni dove sarò?
Ancora lì, su quel molo, a chiedermi se avessi allacciato bene le scarpe con il mio classico doppio nodo? Forse…
Forse metterò la testa a posto…
e soprattutto… crescerò.
…e non vorrei mai smettere di scrivere…

–       Ciro! Sali in macchina! Andiamo a farci una bella giornata di Mare! –

.

.

Fine………
.(forse)

A Neverending Summer (II)

Luci soffuse Discoteca

“Palinuro personifica il caro nocchiero di Enea che perde la vita perché il Dio del sonno lo fa addormentare con musica e dolci parole e poi lo butta in acqua.”

 

I freni della Fiesta stridettero nel fermarsi in cima a una piccola salita. Non trovammo parcheggio più a valle perché il piccolo paesino di mare era completamente sommerso di persone. Gianni ed Io, guardandoci negli occhi, impugnammo le maniglie delle relative portiere. – Iniziamo la serata? – dissi e a un suo cenno del capo, scendemmo dalla macchina.
Palinuro si estende su due vie che s’incontrano in due piazze principali. Da un lato s’intravede il mare tra i palazzi e dall’altro vi è una piccola altura. In quelle due strade si concentra il cuore della movida giovanile della costiera. Si radunano lì per passare il preserata, parlare con i PR delle discoteche e bere qualche drink.
Appena arrivati nella piazza, ci trovammo di fronte a una folla incredibile. Ragazzi e ragazze di ogni tipo che si ammassavano e conversavano tra di loro, generando un fitto vociare. Guardai l’orologio, erano le 11,30 di sera.
C’intrufolammo tra la folla nella speranza di raggiungere un bar. Arrivati alla cassa, iniziammo il primo giro di Corona. Ne sarebbero serviti almeno 3.
Guardai la mia birra e pensai a quanto fosse stato facile arrivare fin lì. Il viaggio, grosso modo, era stato divertente, eccetto per le eccessive urla di Gianni. Cosa avremo fatto ora? Mi chiesi, dopo aver preso l’ultimo sorso della mia birra. L’alcol iniziava a sfondare le dure pareti del cervello, bussando con insistenza alla porta della ragione, pregandola di smettere di rompere le palle. La vista, già poca di per sé, iniziò ad offuscarsi, riducendosi a un cerchio sfocato. Cercai Gianni tra la folla. Vidi che era già passato all’azione. Aveva adocchiato una ragazza in un gruppetto di ragazzi. S’era avvicinato, aveva rotto il ghiaccio e ci parlava con disinvoltura. Anche i suoi amici erano simpatici. Così m’avvicinai anch’io.

Circa un’ora dopo eravamo in macchina in direzione della discoteca che ci aveva consigliato un’avvenente PR. Non so come avesse fatto a convincerci… ma aveva davvero due belle tette. Gianni come al solito guidava. Non mi avrebbe mai lasciato guidare nello stato in cui mi ritrovavo. Guardai dietro, nei sedili posteriori e vidi un ragazzo. Distinguevo a fatica i lineamenti a causa dell’alcol. – Piacere, Ciro. – gli dissi. Lui rise pensando che stessi scherzando. – Ci siamo presentati mezz’ora fa! – rispose.
–  Ah… – pronunciai meravigliato.

Mi rivolsi sottovoce a Gianni cercando di non farmi udire dal nostro ospite, come solo un ubriaco in macchina potrebbe pensare.
–  Chi è? E perché è qui? –
–  E’ un amico di Anna… la ragazza che ho conosciuto… voleva venire. –
–  Ma sei matto? Chi lo conosce questo?! Magari volevi anche farlo guidare?? – dissi stizzito.
–  No ragazzi! Non posso ancora guidare… ho 17 anni – disse il ragazzo ridendo dai sedili posteriori.

Gianni ed Io ci guardammo stupiti negli occhi. E la sua faccia mi disse che neanche fosse a conoscenza dell’effettiva età del ragazzo. Insomma, eravamo ubriachi e avevamo la responsabilità di un minorenne sconosciuto sulle spalle.
Mi toccai la fronte e maledissi il momento in cui ho permesso alla ragione di abbandonare la sua sede natale.

Frammenti di vita #6

Carte da gioco

Foto: Le famose carte del nonno Ciro

Stanco e annoiato dal solito giro di amici, chiesi a Gianni di portarmi in un posto tranquillo dove bere una birra. Mi portò nel ritrovo della feccia più nera del nostro paese.

– Non è che mi uccidono? – chiesi sottovoce.
– No… ma che! Sono tutti bravi ragazzi! –

Qualche minuto dopo, ero al tavolo a giocare a carte con: Tinuccio o’ jaguaro, Mimmetto dell’autolavaggio e Sergio o’ pazz.

Constatai che il mio quoziente intellettivo stenta a salire quando serve, ma quando deve scendere per livellarsi a quello degli altri, va giù che è una meraviglia!

Frammenti di vita #1

Frammenti di vita 01

Milano 13 Luglio 2013 Ciro Ciro e Rosanna Serata al Siocafé

Una piccola lancia Y era sparata a folle velocità dal piede pesante di mio cugino Ciro. In quella folle notte gli facevo da navigatore, cercando di decifrare nel cerchio sfocato visivo, le strade da seguire sul piccolo schermo del mio cellulare. Dietro era seduta una ragazza che ci aveva prestato la macchina che le aveva “prestato” il suo ragazzo assente.
–  Stai andando bene! Vai diritto. – dissi, e Ciro spinse ancora di più sull’acceleratore.
Ma, guardando meglio il navigatore, vidi che la freccetta blu aveva abbandonato la strada da seguire per perdersi nei meandri di strade milanesi sconosciute.
Avvicinai il mio volto al guidatore e, per evitare brusche manovre vista la folle velocità, gli dissi con molta calma: – Ciro, appena puoi, fai una grandissima inversione a U –
Non capì, così gli picchiettai la spalla. Lui si girò distogliendo lo sguardo dalla strada.
–  Dobbiamo andare di là! – gli dissi, indicando il lunotto posteriore. – Ah! – rispose e, prontamente, adocchiò una piccola traversa sulla destra.
– Giriamo là! – affermò.
–  E’ un maledetto divieto Cì! – risposi.
–  Ce lo facciamo in retromarcia! – disse frenando e ingranando la retro.
– Se ci fermano, gli diciamo che stavamo cercando parcheggio… –
–  Se ci fermano, Cì, un senso vietato sarà l’ultimo dei nostri problemi! –
Con molta fortuna, il culo della nostra epsilon raggiunse la fine della traversa e sbucò su un viale. Ciro mi chiese: – Ora dove si va? –
Mi guardai intorno disorientato. – Allora?! – m’incalzò.
– Non lo so Cì! Siamo sbucati in retromarcia su un cavolo di viale a doppio senso! Oltretutto siamo ubriachi! Punta il culo di là e andiamo dall’altra parte! Sperando di imboccare almeno il nostro senso di marcia! –

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