Fuoco!

 

 

Il caldo era asfissiante. Squarciava la pelle e corrodeva le ossa; asciugava i polmoni e penetrava gli occhi. Sabbia e polvere s’insinuavano dappertutto: vestiti, scarpe e armi.
C’era un gran casino laggiù… dove le leggi non arrivavano e la gente moriva fame.
Era un villaggio sperduto in uno stato africano non ben noto.
“Sheeva can you hear me?”
“Roger Chris!”
Sheeva Alomar correva tra baracche distrutte e palazzi fatiscenti. Stringeva a due mani la sua arma sempre sul punto di usarla. I nervi erano tesi come i suoi muscoli. Gli occhi vigili osservavano ogni minimo movimento.
Un rumore! Sheeva mirò a destra, era un uccello. Avanzò ancora, con molta cautela, seguita da Chris che le guardava le spalle. Entrò in una baracca e vide una specie di scaffale costruito con assi di legno e pezzi di ferro. Su un ripiano si alternavano teschi e candele come in un macabro santuario. Il resto della casa era tutto un susseguirsi di macchie di sangue e sporcizia. La tensione salì a mille quando sul tavolo videro un vitello squarciato, grondante interiora e sangue. Il passo si fece lento e la pistola avanzava prima del corpo. Un’altra porta dava all’esterno.
“Aaaaaaarrggghhhhhh”
Delle urla. Provenivano dall’edificio di fronte.
“Sheeva follow me!” disse Chris e avanzò.
In breve furono davanti a una porta di ferro. Con molta cautela Chris l’aprì e videro due uomini che tenevano fermo un terzo sul pavimento. Erano tutti vestiti con panni lerci e logori, e parlavano lingue strane. Il terzo uomo si dimenava, mentre i due lo tenevano fermo. Gli spalancarono la bocca e c’infilarono un organismo sconosciuto. Una specie di palla organica rossa, pulsante e con minuscoli tentacoli. L’uomo terrorizzato ingoiò e gli altri due scapparono lasciandolo sul pavimento.
Il nero a terra scalciò, vomitò, i suoi occhi s’iniettarono di sangue e poi la rabbia s’impossessò del suo corpo.
“Chris what do i do?” domandò Sheeva vedendo il nero che veniva verso di lei.
“Shoot him!!” e Sheeva sparò. Il colpo penetrò la testa dell’uomo e i suoi occhi, che forse avevano già visto la morte, si chiusero all’istante.
“What was that?”
“I don’t know, let go away!”
Scesero delle scale e furono in un cortile apparentemente chiuso. Delle alte mura sorreggevano pali con filo spinato. Sembrava un posto sicuro.
Ma all’improvviso decine e decine di voci urlavano, sempre in quell’insolita lingua. Degli uomini si arrampicarono sul muro e poi sul filo spinato. Dietro di loro altri e poi altri, sembravano infiniti.
“Sheevaaaa!” urlò Chris per avvertire la compagna del pericolo.
Sheeva cambiò il caricatore della pistola pensando che 12 colpi non sarebbero bastati per uccidere tutti. Per fortuna si ricordò di avere con se anche l’M3, un potente fucile a pompa.
Spamm Spamm Spamm
Sheeva cominciò a sparare. Doveva centrarli tutti prima che arrivassero da lei. C’erano uomini di tutti i tipi: bianchi, neri, asiatici. Tutti con gli occhi iniettati di sangue e l’intento di uccidere. Brandivano mazze chiodate, asce da falegname, bottiglie rotte… Ogni tipo di oggetto pericoloso.
Spamm Spamm Spamm
Testa e cuore erano i suoi obiettivi. Non doveva farli avvicinare. Doveva ucciderli all’istante. Ma erano tanti, troppi… sempre più cattivi e incazzati. E la sua Beretta M92 sputava proiettili a ripetizione.
Spamm Spamm Spamm
Testa, Testa, cazzo una gamba! E l’uomo si rialzò.
Cick Cick, Le cartucce! Erano finite…
Controllò le tasche, ma niente! L’uomo si avvicinava brandendo un coltello da macellaio. Ma Sheeva non aveva paura. Lo guardò negli occhi, estrasse l’M3 e sparò, disintegrandogli la testa. Il corpo mutilato cadde a terra e una pozza di sangue si allargò ai piedi della ragazza.
Sembrava fatta. Ma qualcosa d’inspiegabile distrusse un cancello. Un uomo gigantesco con un cappuccio da boia stringeva tra le mani un’ascia colossale. Sembrava non avere occhi perché dal cappuccio non spuntavano fenditure, solo pezzi di ferro, simili a chiodi, come se li avesse conficcati nella testa. Le sue braccia erano lorde di sangue fino al gomito e i bicipiti attraversati da paurose cicatrici.
Scagliò la sua ascia a destra e sinistra. Sembrava impazzito. Travolse tutto ciò che si trovava davanti a se. Oggetti, macchie e persone. Ogni cosa veniva ridotta in briciole e gli uomini in brandelli di carne.
Il boia si dirigeva verso Chris e Sheeva. Aveva tutta l’aria di volerli annientare a tutti i costi.
I due si divisero. Chris fece il giro largo e cercò di andargli dietro. Il boia puntò la ragazza.
Spamm Spamm Spamm
Sheeva cominciò a sparargli contro ma la pistola sembrava inutile contro quel mostro. I colpi gli penetravano la pelle e venivano quasi assorbiti in quelle membra putride. Sheeva si sentì disarmata vedendo quel mostro avanzare senza problemi. Imbracciò il suo fucile M3. Caricò una cartuccia e mirò alla testa lasciando scorrere qualche secondo di concentrazione.
Spomm
Il colpò partì e Sheeva sentì il potente rinculo sul braccio. La cartuccia si aprì rivelando migliaia di letali pallini di piombo che colpirono il mostro in testa.
Il boia si bloccò un attimo. Sheeva respirò, ma quando vide che il mostro non cedeva andò nel panico.
Granate! Cercò delle granate nel suo zaino ma non le trovò. Le aveva date a Chris poco prima.
“Chriiiiiiiiiiis!” urlò disperata.
Il boia le agguantò il collo e la sollevò da terra. Sheeva tentava di liberarsi dalla ferrea morsa del mostro. Non respirava e i muscoli piano piano si allentavano. Era la fine. L’uomo, sentendola inerme tra le sue mani la gettò a terra come fosse un sacco di patate. Prese la sua enorme ascia e piano piano la sollevò da terra. Sheeva respirava a fatica distesa a terra. Piano piano stava riprendendo le forze. I suoi occhi fissavano quell’ascia gocciolante sangue che l’avrebbe uccisa. Era giusto morire così? No! Non era da lei! Con un rapido movimento rotolò a destra, scansando la lama che penetrò il suolo. Non era finita però: il boia tornò alla carica. Risollevò l’oggetto di morte e la puntò di nuovo. Sheeva tornò a guardarlo e pensò che non poteva continuare a salvarsi così, rotolando per terra. Quel mostro prima o poi l’avrebbe colpita.
All’improvviso un razzo RPG partì da lontano e perforò il costato del boia bloccandosi nella gabbia toracica. Poi Booooooom!
Il razzo esplose squarciando il petto dell’enorme uomo mentre l’ascia cadde a terra… poi il cadavere o quello che ne restava.
Sheeva tirò un sospiro di sollievo e si rialzò impugnando la pistola.
Vide da lontano Chris e capì chi le aveva salvato il culo. Lo ringraziò.
“Thanks! Partner!”

 

– Cì, questa è l’ultima volta che vengo a salvarti! Potevi portarti un’arma più grossa no? –
– Graziano! Ce l’avrei fatta anche da solo se avessi avuto le granate! –
– Se, vabbè! L’RPG non lo batte nessuno! –
– Vogliamo vedere? –

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