Frammenti di Parigi #7

Museo D'Orsay-2

Museo d’Orsay (costo 12€/Gratis minori di 26)

Ci si può arrivare con innumerevoli metro, ma il mezzo più comodo resta la RER C perché ha la fermata proprio davanti alla biglietteria.

MuseeDOrsay

Il Museo d’Orsay è un “piccolo” museo parigino, sull’altra sponda della senna rispetto al Louvre e ai Jardin de Tuileries. E’ un museo più a misura d’uomo, dove ci si ambienta facilmente.

Costruito in una ex stazione ferroviaria (pechè non fanno più stazioni cosi?) è riconoscibile da fuori per i suoi caratteristici 2 orologi-finestre; accedibili dall’interno, salendo al 5 piano dell’edificio. (sì… potete farvi il selfie con l’orologio alle spalle)

Il museo ospita perlopiù quadri d’impressionisti di fine ottocento e inizio novecento.
Dalla sala centrale, potete accedere alle varie salette di esposizione (numerate e catalogate sulla mappa che trovate all’ingresso.)

 

Gli artisti esposti più famosi sono:
(link di wikipedia)

Claude Monet,
Paul Cézanne,
Édouard Manet,
Pierre-Auguste Renoir,
Edgar Degas,
Alfred Sisley,
Camille Pissarro,
Berthe Morisot,
Gustave Caillebotte,
Paul Gauguin,
Vincent van Gogh
Henri de Toulouse-Lautrec

In poche parole è un ottimo museo dove passare la giornata.
Molte sono le panchine dove sedersi.
Non potete mangiucchiare davanti alle opere. (molti sono i cartelli che lo vietano) ma se andate alla ricerca un posto tranquillo si trova. (magari vicino i bagni al piano terra)
Ci sono un cafè e un bellissimo ristorante in stile barocco (ma hanno prezzi proibitivi per le persone che in genere s’imbucano nei musei)
La mattina si trova pochissima fila e il museo chiude alle 5:30
L’audio-guida costa 5 euro e ve la consiglio se volete far di più che un selfie con Van Gogh.

 

Galleria d’Arte ##30

Il quadrato nero Kazimir Malevich

Quadrato nero 1915 di Kazimir Malevic

“Questo disegno avrà un’importanza enorme per la pittura. Rappresenta un quadrato nero, l’embrione di tutte le possibilità che nel loro sviluppo acquistano una forza sorprendente.
E’ il progenitore del cubo e della sfera, e la sua dissociazione apporterà un contributo culturale fondamentale alla pittura….”
Lettera di Malevich a Matyushin

Malevich fu imprigionato da Stalin poco tempo dopo aver dipinto il quadrato nero.  Stalin fece di tutto per distruggere il quadro. Quel quadrato e ciò che rappresentava era in controtendenza con i dogmi dell’arte Russa del regime Stalinista.

Un banalissimo quadrato nero.

A volte la banalità ha un significato maggiore della razionalità

Galleria d’Arte ##7

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