(Foto personale)
Di solito, non bazzico mai nella zona nord di Milano. Soprattutto nella stazione di Porta Garibaldi alle 11 della mattina. In quel momento, in realtà, sarei dovuto essere a seguire una noiosissima lezione di strategia di marketing aziendale. Che, per uno che vuole specializzarsi in finanza, è solo uno sbattimento in più da dover sbrigare.
Invece ero lì, a seguire una pazza squinternata nei suoi giri incoscienti.
– Secondo te lo troviamo un biglietto? – mi chiese Annalisa speranzosa.
– Sì certo! Chi vuoi che parta da Milano per il ponte dell’immacolata… solo, mmm… TUTTA MILANO? – risposi ironico.
Dopo aver percorso un lungo ed elegante corridoio, arrivammo alla biglietteria della stazione.
Una signora anzianotta dal volto simpatico, ci chiese cosa volessimo.
– Un biglietto per Napoli, sul primo treno disponibile! – disse la mia amica.
L’espressione della signora bigliettaia mutò. Tirò un bel sospiro e iniziò a digitare i tasti della sua consumatissima tastiera. Assunse espressioni via via più deluse nel costatare che non c’era speranza di partire per quel giorno.
– Niente… mi spiace… –
– Nemmeno un posticino piccolo? – la pregò Anna.
– No, zero. Tutto pieno! Oggi e domani. –
– Ma io devo partire! –
Anna continuò a pregare la povera bigliettaia incolpevole finché intervenni io.
– Senta… non si può fare un posto in piedi? Senza il posto riservato? –
– Sì ma… un viaggio così lungo in piedi… –
– Non si preoccupi… alla mia amica fa bene stare in piedi! Così si ricorda di prenotare MOLTO prima, la prossima volta. –
Anna mi sorrise. Sapeva che le mie critiche erano solo per il suo bene.
– Sì… in piedi c’è disponibilità. –
– Ottimo! Faccia due biglietti allora! – esclamò Annalisa.
Sorpreso, afferrai Anna per un braccio.
– Che fai? Per chi è l’altro biglietto? – chiesi.
– Per Lia, scende con me! –
– Mmm ok… ovviamente presumo che Lia lo sappia. –
– Eh no… dopo glielo diciamo. –
– aaaahhh Anna! –
Mi passai una mano sulla fronte mentre la mia amica finiva di pagare i biglietti. Era impacciata tra mille borse e borsettine. Cercai di aiutarla in qualche modo, mantenendole qualcosa.
– Ecco bravo. Mantieni quella che è tua. –
– Cosa? –
– Sì, ci ho messo dentro una busta d’insalata pronta da condire… –
– Anna… dimmi, perché? Cosa ti ho fatto di male?! Spiegamelo! –
– Susu! Quante storie! Porta a casa e mangiala! –
– Aaaahhh –
Più tardi, in metro, ero seduto tra un indiano dal dubbio gusto nel vestirsi e la mia terribile amica. Osservai il suo trafficare con il cellulare. Stava spedendo sms a raffica. Chissà a chi.
– Lia lavora… non può partire! – disse delusa.
– Vedi? Non puoi far le cose avventate e sperare che ti vadano bene! Ora chi te lo ripaga quel biglietto? –
– Ovviamente lei! Perché partirà con me! –
– Sì e ora mi spieghi come farai a tirarla fuori dal lavoro? –
– Ah non lo so ancora… ma tu mi darai sicuramente una mano, vero? –
– Aaaaahhh! Come devo fare con te! – dissi, scuotendo la testa mentre l’indiano accanto a me se la rideva sotto i baffi.
continua…
😂😂😂 non so chi sia più “pazzerello” se tu (che l’assecondi) o lei (maliziosamente irrazionale) ☺️
più io che a volte l’assecondo!
😂 e fai bene è troppo simpatica 😍
Appena posso continuò la lettura ☺️
Simpatico racconto… da seguire.
Nicola
premio x te http://caymakeup.wordpress.com/2013/10/07/liebster-award/
Ribadisco e confermo che mi piace sempre di più!!! 🙂
E il mistero della busta d’insalata è svelato…
Ti abbraccio forte!